Incontrarsi in bicicletta Amatori e ambientalisti, sportivi e dilettanti: erano 500, partiti alle 8,30 da Francavilla al Mare e da San Benedetto del Tronto, e si sono incontrati a Pineto alle 13,30 lo scorso 2 giugno, festa della Repubblica. Che per l’occasione si è trasformata in una festa della bicicletta, fortemente voluta dal Cciclat (centro di coordinamento ciclabili Abruzzo teramano) e Pescara Bici, associazioni abruzzesi che hanno così riacceso i riflettori sulla necessità di completare quanto prima il tratto abruzzese della Ciclabile Adriatica. La manifestazione, organizzata anche dai Comuni di S. Benedetto del Tronto, Giulianova e Pineto, «è stata un successo –ci dice Giancarlo Odoardi, presidente dell’associazione Pescara Bici– che ha avuto lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni sui temi della mobilità sostenibile. In sostanza, non si è trattato solo di fare una passeggiata all’aria aperta, ma di testimoniare la richiesta agli amministratori in primis di un cambiamento di mentalità che deve mettere il cittadino al centro delle politiche urbane e territoriali degli Enti: non solo piste ciclabili, ma città ciclabili. L’obiettivo di fondo, infatti, è che da questo asse portante adriatico si sviluppino, in concomitanza con i diversi insediamenti urbani, le reti locali di mobilità ciclistica in grado di soddisfare le esigenze degli utenti della strada che vogliono usare un mezzo di trasporto alternativo all’automobile». Gli fa eco Lucio De Marcellis del Cciclat: «Incentivare la mobilità dolce significa potenziare lo sviluppo economico: a Trento, per esempio, le quattro piste ciclabili hanno portato un indotto di 86 milioni di euro. Il cicloturismo è una carta che l’Abruzzo non può permettersi di non giocare. Le oltre 60 associazioni da noi coordinate (che non risiedono solo nel teramano ma spaziano in tutta la regione e comprendono anche associazioni sportive oltre a Wwf e Legambiente) sperimentano ogni giorno la ciclabilità di strade che dalla costa percorrono le fondovalli, come quella del Tordino –dove è prevista la realizzazione della ciclabile Teramo-mare con l’utilizzo di fondi Fas– o del Vomano, della Val Vibrata, del Tronto. Siamo convinti che l’uso delle bici “a pedalata assistita” (ovvero quelle elettriche) si diffonderà rapidamente anche da noi come avviene già altrove, consentendo anche a chi non è più giovane –e a chi vive in zone poco pianeggianti– di avere un’alternativa all’automobile, e siamo promotori di una legge, attualmente al vaglio del consiglio regionale, per la creazione in Abruzzo di una rete per la mobilità ciclistica». La Ciclabile adriatica, con il suo potenziale in termini di indotto, è il cardine di questo progetto. Prosegue De Marcellis: «Rispetto ad altre zone d’Italia, ma anche d’Europa, la pista ha diversi punti di forza: è quasi tutta pianeggiante; la si può percorrere anche d’inverno grazie al clima mite della nostra regione; è ben servita, poiché c’è un paese ogni quattro-cinque chilometri (il che significa anche alberghi, punti di ristoro, officine per riparazioni); e infine è costeggiata nella sua interezza dalla ferrovia». Un vantaggio, questo, perché consente di avere un’alternativa in caso di maltempo o, semplicemente, di… stanchezza.
Dal treno alla bici E sul rapporto bici-treno sta scommettendo ora con grande coraggio la Sangritana, colosso regionale dei trasporti (su gomma e su binari) che –oltre ad offrire già il trasporto bici sul treno– sta mettendo a punto un ulteriore servizio di noleggio biciclette nelle stazioni attraversate dai propri convogli. Pasquale Di Nardo, presidente della Sangritana: «L’incentivazione alla mobilità sostenibile nei nostri programmi si sviluppa in due direzioni. Una, essenzialmente turistica, è quella di approntare dei “pacchetti” che propongano percorsi di cicloturismo regionali che includano l’uso congiunto del treno e delle due ruote; l’altra implementa i servizi di trasporto pubblico fornendo, in tutte le stazioni toccate dai nostri treni, un servizio di noleggio biciclette, a prezzi contenuti e differenziate per territorio e utenze: nelle zone interne bici elettriche, sulla costa normali bici a pedali. Senza dimenticare le biciclette da donna e da bambino, perché è importante che possano usarle tutti». Un’iniziativa che dovrebbe cominciare a prendere forma proprio quest’estate: «Siamo in contatto con i sindaci dei Comuni interessati, che dovrebbero concederci il permesso di sistemare, dentro o fuori dalle stazioni, i punti di rimessa delle biciclette; questi dovranno poi essere controllati da apposito personale, creando quindi anche dei posti di lavoro».
Stregati dalle due ruote La questione della cosiddetta “mobilità dolce” è un problema cui Enti e Istituzioni non sono affatto insensibili: c’è, in Abruzzo, una grande risposta in termini di sostegno e di promozione di iniziative da parte di Comuni e Province, soprattutto da parte di quelli situati lungo il percorso ma non solo. Partendo da nord, è senz’altro il Teramano il territorio dove si registra la maggiore propensione alla mobilità alternativa: il bike sharing, largamente diffuso in molte regioni del nord Italia e in Europa, è già presente nel capoluogo, dove un parco di 36 mezzi (che presto verrà implementato con altre bici a pedalata assistita, ricaricate con pannelli solari) è a disposizione dei cittadini, che in punti strategici della città possono prelevare le biciclette comunali utilizzando un’apposita chiave (che si può ottenere dietro cauzione di soli 10 euro, che vengono restituiti alla riconsegna): il servizio permette di utilizzare le bici dalle 7 del mattino alle 23 ed è parte di una rete nazionale che consente, con la medesima chave, di fruire di biciclette in altre 89 città italiane. «In ottemperanza al nostro programma elettorale – spiega il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi– abbiamo avviato una serie di iniziative per la mobilità urbana sostenibile, con la realizzazione di un anello ciclabile di 11 km che corre intorno a tutta la città (e che verrà poi collegato alla ciclabile Teramo-mare) oltre a piste ciclabili cittadine; abbiamo varato il progetto “Giunta in bici”, dotando tutti gli assessori di biciclette e limitando l’uso delle auto blu allo stretto necessario. E il 15 giugno abbiamo fornito quattro biciclette anche ai vigili urbani». Il Comune di Teramo ha ottenuto, lo scorso maggio, anche la targa di riconoscimento dal ministro Stefania Prestigiacomo per essersi posizionata prima nella classifica del concorso nazionale “Bicity tutto l’anno”, nella categoria riservata alle città fino a 60.000 abitanti. Tornando sulla costa, il primato dell’ecosostenibilità urbana va ad Alba Adriatica, dove ben quarant’anni fa venne realizzato il primo tratto della ciclabile adriatica, mentre a Giulianova Legambiente –oltre a promuovere molte altre iniziative– ha sperimentato con successo il servizio Bicibus: «Due squadre di volontari –spiega il vicepresidente di Legambiente Alessandro Tursi– partono dal nord e dal sud di Giulianova Lido, e lungo il percorso si fermano in più punti (come uno scuolabus) per accogliere nel gruppo e accompagnare a scuola i ragazzi in bicicletta, fornendo loro una pettorina catarifrangente. Abbiamo svolto il servizio negli ultimi quattro sabati dell’anno scolastico, e trattandosi di un progetto in via sperimentale lo abbiamo limitato agli alunni di quinta elementare della scuola Don Milani. Da settembre apriremo anche ad altre classi e a un altro istituto e cercheremo di svolgere il servizio durante tutta la settimana». Più a sud, nel Pescarese, i Comuni di Pescara, Città Sant’Angelo, Silvi e Montesilvano hanno promosso il progetto Salinas, ovvero una serie di interventi volti a favorire la mobilità sostenibile attraverso la realizzazione/completamento della pista ciclabile, l’acquisto di biciclette a pedalata assistita e l’installazione di box di rimessa delle biciclette oltre che di erogazione di servizi di ottomatica. A Pescara oltre al grande risultato raggiunto con la costruzione del Ponte del Mare, mirabile opera di ingegneria che unisce le due riviere a nord e a sud del fiume, le intenzioni sono di «puntare sulla realizzazione di nuove piste ciclabili e migliorare quelle esistenti –ci spiega il sindaco Luigi Albore Mascia– tenendo conto delle difficoltà che comporta operare in una città che ha subìto un incredibile sviluppo edilizio e che deve fare i conti, comunque, con un afflusso di veicoli a motore stimato in circa 100mila mezzi al giorno, solo da fuori città. Per questo la realizzazione della filovia che correrà sulla strada parco (un mezzo silenzioso, ecologico e a percorso dedicato) è fondamentale per limitare il traffico e concentrarlo, come desideriamo, solo a ovest della strada parco, così da poter pedonalizzare ampi tratti della zona a est che si affaccia sulla riviera: sacrifichiamo in parte la strada parco per avere quindi una “riviera-parco”». Programmi ambiziosi di cui qualche anno fa si era visto un anticipo con l’avvio del progetto di bike sharing, poi naufragato: «Iniziative pur lodevoli vengono spesso vanificate dalla mancanza di un’educazione civica che insegni, soprattutto alle giovani generazioni, a rispettare l’ambiente e il bene pubblico. Questo è certamente anche compito delle istituzioni tutte». E la Provincia di Pescara, che ha da tempo aperto il percorso ciclabile che corre lungo il fiume per un buon tratto, ha cominciato dando il buon esempio l’anno scorso, quando l’intera giunta si è fatta ritrarre in bicicletta in occasione del Giro d’Italia, per spingere la popolazione a passare qualche minuto in sella anziché ore nel traffico. «Proprio insieme alla Provincia –conclude Mascia– stiamo cercando una soluzione per collegare Pescara all’interno con nuovi percorsi ciclabili e per proseguire la realizzazione dei tratti della ciclabile adriatica così da collegarla anche a Montesilvano e a Francavilla». Dove, purtroppo, il percorso ciclabile subisce una brusca interruzione appena fuori dal paese. Ma la Provincia di Chieti ha in cantiere, ormai da diverso tempo, la realizzazione della “Via Verde della Costa teatina”, che correrà lungo i 49 km dell’ex tracciato ferroviario interessando nove comuni da Ortona a Vasto, andando a congiungersi con la pista già realizzata dal Comuni di San Salvo con il contributo proprio della Provincia: un’opera che grazie allo splendido paesaggio della Costa dei Trabocchi si preannuncia decisamente ghiotta per tutte le aziende del territorio, assetate di turismo. L’Abruzzo già pedala; chissà che anche l’economia non riesca a ripartire, magari proprio grazie alle due ruote?
Ma dove vai se la bici non ce l’hai? A Pescara, per esempio, c’è un gruppo di ragazzi che ha ideato soluzioni nuove per ridisegnare il panorama urbano, partendo proprio dalla trasformazione della mobilità. E offrendo un servizio innovativo per la provincia di Pescara e Chieti: un corriere in bicicletta. Una vera novità per un ambito dove la mobilità motorizzata, a scapito di un territorio decisamente vocato ai pedali, è dura da battere. Ma qualcosa sta cambiando: «Sono tanti i fattori che stanno favorendo questo sviluppo: il caro benzina, il traffico sempre più collassato, e non ultimo il regime di estrema severità riguardo alla guida in stato di ebbrezza. È chiaro che in una città che non ha un uso storico della bici rimangono fattori culturali di resistenza: per tanti anni farsi vedere con il “macchinone” è stato uno status symbol irrinunciabile». A parlare è Manuel Di Tillio, che insieme a quattro amici suoi coetanei legati dalla passione per le due ruote ha fondato l’associazione culturale BMP (Bici Mobilità Pescara) con l’obiettivo di diffondere la bicicletta come mezzo primario di spostamento urbano. E, per iniziare, offre un servizio originale ai suoi soci. «È un normale corriere espresso tra privati e aziende. Solo che noi, per spostarci, usiamo solo biciclette. Il cliente chiama, noi accettiamo il prelievo (plichi, piccola pacchetteria, lettere) e lo consegniamo al destinatario indicato. Ovviamente non abbiamo la distribuzione capillare delle Poste. Siamo partiti a dicembre 2010 con attività promozionali e la risposta è stata interessante. Molti hanno già acquistato carte prepagate per le consegne. È una novità qui da noi, ma da 40 anni in America chi fa servizi di trasporto urbano ha sempre dei “pedalatori” oltre ai furgoni. In Europa, in città come Londra, Madrid o Barcellona, esistono molte società che offrono lo stesso tipo di servizio e vanno a gonfie vele. A Milano c’è una società (UBM) che ci ha fornito molto aiuto per iniziare, soprattutto a livello di informazioni. Noi crediamo che succederà lo stesso anche a Pescara che è una città non molo estesa, pianeggiante, con tutti i servizi concentrati in zone specifiche anche queste pianeggianti». Iniziative del genere meriterebbero tutto l’appoggio possibile da parte delle istituzioni. «Il Comune di Montesilvano ci ha da poco dato il patrocinio e anche Pescara si è mostrata interessata ai nostri progetti. Di voglia di promuovere la bicicletta come mezzo ce n’è tanta da parte della politica. Però le idee sono sempre le stesse: bike sharing e piste ciclabili soprattutto. Che vanno benissimo, sia chiaro; però nessuno ha il coraggio di dire: togliamo le macchine. Bisogna forzare la riduzione del traffico privato in automobile almeno nelle zone centrali. Solo mezzi pubblici e bici, magari con un utilizzo integrato e la possibilità di salire facilmente a bordo con la propria bicicletta». Le difficoltà che un gruppo di ragazzi giovani incontra quando decide di lanciarsi nel mondo del lavoro partendo da un’idea non sono poche. «La questione non è tanto abruzzese, ma italiana. La politica locale comunque delle risposte te le dà. E neanche la burocrazia, di cui ci si lamenta tanto, è un grosso problema. Ma se vuoi fare un’attività nuova il costo amministrativo è inaffrontabile. Tasse già da pagare prima ancora di partire. Ci vorrebbero maggiori agevolazioni. Capisco chi va via, perché in grandi metropoli è più facile trovare investitori. Però anche qui ci sono possibilità. Le porte sono aperte se ci metti la voglia e l’entusiasmo». E l’entusiasmo non basta mai se l’obiettivo è riuscire a fare capire che la bicicletta è la scelta più intelligente.