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S'io fossi sindaco

Attilio Di Mattia
 
Sulla scena politica abruzzese s’affaccia un nuovo protagonista: un giovane economista con solide esperienze all’estero e con il gusto delle scelte forti e coraggiose. Temerarie, a volte. Dopo aver vinto le primarie del centrosinistra ha buone possibilità di diventare sindaco di Montesilvano. Sarà lui il nuovo D’Alfonso con l’aiuto di D’Alfonso (e con la benedizione di Costantini)? Per ora pensa solo al programma migliore per rilanciare la sua città. Con progetti originali e innovativi ma con i piedi ben piantati per terra. Anzi, sui pedali.

di Francesco Di Vincenzo Foto Claudio Carella

No, lui non è il solito politico abruzzese stracittadino che già dopo il Tronto si spaesa e langue per astinenza da arrosticini. Lui, Attilio Di Mattia, vincitore delle primarie del centrosinistra ed ora candidato sindaco di Montesilvano, è un cittadino del mondo. Padre italiano (Quintino), madre americana (Linda), moglie finlandese (Maria Annika), doppio passaporto (italiano e americano), Attilio il Giovane (36 anni) è suo agio a Philadelphia come a New York e Los Angeles, a Parigi come a Siviglia e Ginevra. Per non dire di Vienna, dove ha vissuto e lavorato come analista finanziario dal 2007 al settembre scorso. Parla benissimo l’inglese e lo spagnolo e, bene, il francese. Oltre alla laurea in economia aziendale conseguita alla “G. d’Annunzio”, vanta un MBA (Master in Business Administration) alla Saint Joseph’s University di Philadelphia (roba seria, dei gesuiti, dove ti obbligano a studiare, pensa un po’ , anche “etica finanziaria”).

 

 

Attilio Di mattia

E poi, ci sono quelle storie con la La Stampa, Il Giornale, Dagospia, Radio 24, Il Fatto Quotidiano. Ricordiamole. Gennaio 2010. Sulla Stampa di martedì 12, il grande Massimo Gramellini riprende una pasticciata notizia dall’Abruzzo e incappa in una clamorosa cantonata. “Il consigliere provinciale di Pescara Attilio Di Mattia, di Italia dei Valori –scrive il giornalista nella sua rubrica di prima pagina sul quotidiano Fiat–, risiede a Vienna, ma ogni anno riceve 130 mila euro di rimborsi spese per partecipare alle riunioni del Consiglio”. Poche ore dopo l’uscita in edicola, l’articolo di Gramellini viene ripreso pari pari da Dagospia, il sito di gossip politico-mondano di Roberto D’Agostino. Il giorno successivo, la notizia gongola anche sul Giornale del duo Sallusti-Feltri, ai quali non pare vero di sputtanare sul piano morale un uomo dell’odiato Di Pietro. Ma tutti, nel giro di ventiquattr’ore, sono costretti ad un avvilente marcia indietro, dovendo pubblicare la smentita di Di Mattia che ha facile gioco nel chiarire come, in realtà, i 130 mila euro citati da Gramellini costituiscano l’ammontare annuo dei rimborsi per le spese di viaggio di tutti i consiglieri provinciali di Pescara, e che lui ne incassa sì e no 200 al mese. La notizia e il chiarimento di Di Mattia vengono dati con rilievo anche da Radio 24. Novembre 2011. Martedì 22, Il Fatto Quotidiano, bibbia degli incazzatos nazionali, pubblica un servizio sulle turbolenze del centrosinistra a Montesilvano che si conclude con questo clamoroso pronunciamento (endorsement, per gli snob) a favore del nostro: “Ma la base ribolle e guarda con speranza ad Attilio Di Mattia, 35 anni, candidato per il partito di Di Pietro. Il ragazzo spera di spaccare, sull´esempio De Magistris a Napoli. Sai allora che risate, da destra a sinistra?”. Da scompisciarsi. Insomma, Attilio ‘o Spaccatore sembra avere la singolare dote di calamitare, pur quando con intenzioni non benevole, l’interesse di importanti testate nazionali. Come se quella, la nazionale, fosse la sua dimensione predestinata. Quasi che la sua consuetudine con città e lingue e culture del mondo denoti una vocazione, prima ancora che un’ambizione, a guardare, pensare e pensarsi oltre la dimensione locale. Consuetudine e vocazione che fanno di Attilio Di Mattia una figura singolare, inconsueta, nuova della politica abruzzese. Il primo ad accorgersene è stato Carlo Costantini, leader dell’Idv abruzzese, scopritore e mentore politico di Di Mattia. Fiutò il giovane talento anche Antonio Di Pietro, parlata grossa ma cervello fino, che non ci pensò due volte, quando conobbe Di Mattia, a nominarlo responsabile nazionale mercati e finanza del suo partito. Più di recente, a sorpresa, agli estimatori di Di Mattia s’è aggiunto Luciano D’Alfonso, indirettamente omaggiando il fiuto politico del suo acerrimo amico Costantini. Questi, dal canto suo, ha accolto di buon grado l’inattesa convergenza sul suo pupillo. L’ex sindaco di Pescara ha dunque appoggiato Di Mattia alle primarie del centrosinistra di Montesilvano contro i candidati del Pd, il suo partito. Perché? Per aggiungere un altro link al suo personalissimo network di teste pensanti, panze pelose, imprenditori devoti e politici speranzosi? Può darsi. Ma non si escluda un’altra ipotesi, meno politica, forse, ma più realistica e, in fondo, più umana. Di Mattia, s’è visto, è un politico la cui attitudine a “guardare oltre” sembra naturale come una vocazione, una predestinazione. Come D’Alfonso. E, nel suo piccolo, ha già dimostrato, alle provinciali e alle primarie, d’essere un bell’acchiappavoti. Come D’Alfonso. Che però ha i suoi guai. E allora: ha forse l’ex sindaco di Pescara visto in Di Mattia un fortunato se stesso con dieci anni di meno e senza problemi giudiziari? Si sarà forse convinto che, non potendo più, forse, essere re, fare il king maker non è poi così male? Insomma: Di Mattia nuovo D’Alfonso con l’aiuto anche di D’Alfonso? E Costantini? A lui andrebbe di lusso, naturalmente: nulla di meglio, per il leader Idv, di un nuovo D’Alfonso a lui molto legato e di molto debitore. Ma Di Mattia che ne pensa? «Francamente non so che dire. Per quanto riguarda l’atteggiamento di D’Alfonso nei miei confronti, forse bisognerebbe chiedere a lui, non a me. Penso che ci sia fra di noi più una simpatia umana che una vicinanza politica. Lui ha dichiarato di essere incuriosito dalla “quantità” della mia passione civile. Comunque, Luciano è molto orgoglioso e non si aspetta mai nulla dall’impegno degli altri, poiché ritiene che la competizione politica sia un combattimento da condurre in prima persona, in modo esclusivo, contando solo sulle proprie idee e sulle proprie capacità di realizzarle. Forse ha visto in me la sua stessa determinazione».

 

Attilio Di Mattia ha lavorato negli USA per la ING, prima a New York poi a Philadelphia, infine a Los Angeles, dove è diventato Portfolio Manager della multinazionale. Dal 2005 al 2006, a Ginevra, ha rivestito il ruolo di responsabile per la strategia d’investimento, trading e sviluppo modellistica finanziaria della Avendis Capital. Nel 2007 l’Aurelius Capital Management lo ha chiamato a Vienna nel ruolo di ABS Portfolio Manager con uno stipendio di 7.000 euro al mese. Nel settembre scorso, Di Mattia ha mollato il lavoro e se n’è tornato a Montesilvano per “spaccare” tutto, secondo l’auspicio del Fatto Quotidiano, e diventare sindaco della sua città.

 

Scusi, Di Mattia, ma chi gliel’ha fatto fare?

«Prego?»

Il vecchio sindaco di sinistra sotto processo, l’attuale di destra pluri indagato, mare e Saline inquinati, situazione urbanistica lasciamo perdere, turismo in crisi, disoccupazione crescente, traffico da nevrosi, vita culturale comatosa e via disgraziando. Lei se ne stava bello tranquillo e ben pagato nella sua Vienna felix: perché mai è venuto a impelagarsi in questo casino di Montesilvano?

«Amo le scelte forti e amo la mia città. E poi non sono “venuto”, io sono di casa a Montesilvano. Qui sono cresciuto, qui ho frequentato le elementari, le medie, le scuole superiori. L’università l’ho fatta a Pescara. Fino a 25 anni suonati sono rimasto nella casa dei miei, a Montesilvano. Insomma, voglio mettere le mie competenze a disposizione della mia città».

Per fare che cosa?

«È presto per parlare di programma. Io sono candidato sindaco di una coalizione molto ampia ed è mio dovere e intenzione discutere e decidere i contenuti programmatici con le forze politiche e civiche mie alleate. Però, un’anticipazione mi piace darla: intendo sfruttare il vecchio circuito automobilistico pescarese il cui tratto più spettacolare era proprio a Montesilvano. Come? Lasciamo un po’ di suspense».

 

Belle le anticipazioni con suspense. Allora eccone qualcun’altra. Cancellare un tratto di lungomare che costeggia la pineta, adeguare le vie parallele per assorbirne il traffico e spostare la pineta in avanti, a ridosso della spiaggia, creando così una fascia di verde che cambierebbe radicalmente l’aspetto troppo “urbano” dell’arenile di Montesilvano, accrescendone la qualità ambientale e, di conseguenza, l’appeal turistico e la resa economica. Un’idea applicata di ambientalismo “forte” ma chiaramente orientato all’utilità sociale ed economica. Altra anticipazione. Chiedere a quei 30.000 pensionati della provincia di Pescara che hanno in media 12.000 euro ad appassire in conti correnti bancari, di investire, con equo interesse, almeno una parte dei loro risparmi nel finanziamento della ristrutturazione e riconversione della Stella Maris. Un’idea a dir poco originale che, tra l’altro, esprime un punto di vista, come dire, asimmetrico rispetto alla vulgata piagnona sullo stato dei pensionati: mica tutti sono alla fame. Ultima anticipazione. Rendere ciclabile l’80 per cento della viabilità cittadina, facendo propria la campagna “Cities fit for cycling”, lanciata in Inghilterra dal Times ai primi di febbraio, per rendere le città europee fit, cioè adatte, agli amanti della bicicletta che oggi muoiono a migliaia sulle strade d’Europa (oltre 2.500 in dieci anni solo in Italia). Il beneficio che ne deriverebbe per la vivibilità e lo snellimento del traffico è evidente. Idee brillanti, coraggiose, all’avanguardia, di respiro europeo, applicazioni concrete di quel concetto di glocal (pensare globalmente, agire localmente) che pare una sintesi twitter del Di Mattia-pensiero. L’aspirante sindaco di Montesilvano parla con grande convinzione e con pari cautela di queste sue idee. E si capisce: accetteranno i suoi alleati di inserire nel programma elettorale progetti tanto radicalmente innovativi? Questa è la vera suspense.

 

A proposito di idee coraggiose, sentite quest’altra di Attilio il Temerario.

 

«Non un mattone in più a Montesilvano».

Sarà dura convincere i leoni a diventare vegetariani.

«Non permetterò che si continui a costruire dissennatamente in questa città. Sa quanti appartamenti vuoti, invenduti ci sono qui?».

Un migliaio?

«Duemilaseicento. Si è costruito a dismisura, spesso con dubbio rispetto delle regole, facendo diventare ordinario lo straordinario, consumando tutti gli spazi. Risultato? Oggi Montesilvano dal punto di vista urbanistico è una città martoriata, mentre c’è un importante patrimonio immobiliare comunale e a partecipazione privata da rivalutare e valorizzare. In più, si possono abbattere vecchie piccole abitazioni fatiscenti e fonderle in un unico edificio, liberando spazio per creare vuoti urbani e ridare vivibilità e bellezza a Montesilvano».

Tutta colpa del centrodestra, i guasti urbanistici?

«No, anche il centrosinistra ha le sue responsabilità e gli ha fatto bene perdere le ultime elezioni».

Nel corso delle primarie lei ha sollecitato i cittadini a dire la loro con la formula “S’io fossi sindaco”. Negli slogan delle campagne elettorali la parola più ricorrente è “insieme”. Insomma. da candidati tutti dicono di volere la partecipazione dei cittadini. Poi, però, ad urne chiuse, gli eletti si rinserrano nei loro uffici con pochi fidi e chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori…

«Io voglio rovesciare questa logica. So che non è facile, ma voglio ragionare e operare in termini di piramide rovesciata, affinché contino di più i cittadini, quelli che stanno alla base, coloro che sono il vero motore per far ripartire Montesilvano. Io non sarò uno di quei sindaci fin troppo “visibili”, sempre sotto la luce dei riflettori a magnificare il proprio operato. Metterò insieme una squadra preparata ed efficiente, anche perché voglio avere tempo per ritagliarmi un ruolo forse oscuro ma prezioso: essere una sorta di ambasciatore di Montesilvano, per incontrare e convincere a venire da noi non solo i turisti ma anche gli operatori economici e finanziari nazionali e internazionali che in una Montesilvano risanata e rilanciata troverebbero grandi opportunità di investimento e di business».

Se sarà eletto, lei vivrà solo con la indennità da sindaco o cercherà, in qualche modo, di continuare il suo lavoro?

«Mi farò bastare l’indennità da sindaco. Tante persone vivono con molto meno».

Sua moglie Maria Annika condivide le sue scelte?

«In tutto e per tutto».

Avete figli?

«Ci stiamo lavorando».

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