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Matrimonio di eccellenze

Poli d’innovazione

Matrimonio di eccellenze


Industria, agricoltura, ricerca e Università insieme per lo sviluppo: un accordo tra il Polo d’Innovazione Agire e il Distretto It.QSA pone le basi concrete di una collaborazione destinata a segnare una svolta decisiva nel rilancio dell’economia regionale

Il tavolo della firma dell'accordo. Da sinistra Alfredo Castiglione, Luigi Bignardi, Salvatore Di Paolo e Mauro FebboRiconsegnare il territorio a chi lo vive, questo lo scopo dei Poli d’Innovazione secondo Alfredo Castiglione, Assessore Regionale allo Sviluppo Economico. E che la strada tracciata per rilanciare l’economia –unire il comparto industriale a quello della ricerca– sia quella giusta lo dimostra il recente accordo raggiunto e siglato lo scorso 29 febbraio tra il Polo d’Innovazione Agire (acronimo di Agroalimentare, Industria, Ricerca e Ecosostenibilità) e il distretto It.QSA (Innovazione Tecnologica, Qualità e Sicurezza degli Alimenti). Le due società consortili abruzzesi –la prima istituita alcuni mesi fa in seguito al bando regionale POR FESR 2007-2013 per promuovere l’innovazione attraverso la costituzione di una rete tra le imprese del settore agroalimentare e che conta tra i suoi associati nomi d’eccellenza come l’Amadori di Mosciano e la De Cecco di Fara S.Martino, e la seconda istituita anni fa su iniziativa della Regione soprattutto per stimolare la ricerca scientifica nel medesimo comparto con l’apporto delle Università e dei centri di ricerca del territorio regionale, come il Crab– hanno sottoscritto un accordo che prevede una collaborazione tra le rispettive attività, evitando le sovrapposizioni e favorendo così una più incisiva azione di sviluppo della ricerca a beneficio delle imprese abruzzesi del settore. Alla firma erano presenti il presidente del Polo Agire Salvatore Di Paolo e l’amministratore del Distretto Luigi Bignardi, ex rettore dell’Università dell’Aquila, oltre all’assessore Castiglione e all’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo.

«Questa nuova geografia industriale che stiamo disegnando attorno ai Poli d’Innovazione –ha affermato l’assessore Castiglione– comincia a prendere corpo proprio grazie ad accordi come questi, che mettono al centro il valore della sinergia tra il mondo che produce e quello della ricerca. Un’unione che permetterà a tante aziende che fanno parte delle due realtà di poter intercettare più facilmente finanziamenti promossi da ulteriori bandi». Un’opinione condivisa da Salvatore Di Paolo, presidente del Polo Agire, tra i più vivaci degli otto Poli finora costituiti dalla Regione: «Il nostro obiettivo, oltre a quello di aggregare quante più imprese possibili in un unico contenitore –spiega– è proprio la ricerca: e fare in modo che il Distretto sviluppi la ricerca e il Polo la applichi mi pare il modo migliore di evitare sprechi di denaro». Per effetto dell’accordo si garantisce al Distretto “un ruolo centrale nelle attività di coordinamento e di sviluppo della ricerca scientifica nel settore agroalimentare per il miglioramento della qualità e della sicurezza degli alimenti e dei processi produttivi”, mentre al Polo quello di “animatore e promotore di attività concernenti l’innovazione nel settore agroalimentare, agroindustriale e dell’ecosostenibilità, svolgendo anche il compito di catalizzatore dei fabbisogni”. «Finora il mondo della ricerca e dell’università era da considerarsi una realtà completamente separata dal mondo delle imprese. Questo accordo va in senso contrario, realizzando un connubio positivo con ricadute tangibili per le imprese, che potrebbero concretizzarsi anche nell’ampliamento dello spettro dei finanziamenti». Della stessa opinione l’assessore Mauro Febbo, che ribadisce l’importante risultato raggiunto nel far dialogare tra loro mondi apparentemente inconciliabili, e aggiunge che «oggi senza la ricerca e l’innovazione non possono andare avanti né l’industria né l’agricoltura. Quel che è stato fatto traccia uno spartiacque tra il modello di sviluppo che ha caratterizzato il passato e quello del futuro, è una strada necessaria e ineludibile per ottenere dei risultati in termini di competitività». Il protocollo d’intesa prevede anche la nomina da parte di ciascuno dei due consorzi di un proprio componente nel comitato tecnicoscientifico dell’altro. Inoltre, quando si tratterà di valutare progetti di ricerca ed affidamenti di incarichi riguardanti attività scientifiche, le due società consortili sono obbligate reciprocamente ad acquisire il parere consultivo da parte dei due comitati tecnico-scientifici. Chi è socio del Distretto, poi, può anche essere socio del Polo e viceversa. «Noi non abbiamo bisogno di un enorme numero di imprese –spiega Luigi Bignardi, amministratore del Distretto– ma di un numero di aziende che sia sufficiente a creare delle aree di competenza: nel vitivinicolo, per esempio, o nel caseario, nell’olivicolo. Saranno loro, tramite gruppi interni di lavoro, a definire i contenuti della ricerca. Ecco perché si parla di restituire il territorio a chi lo vive».

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