Lo sport è uguale per tutti
Inchiesta
Lo sport è uguale per tutti
a farlo anche nella vita. Dal calcio al basket, dal ciclismo al nuoto, ecco i
protagonisti dello sport abruzzese che non ti aspetti
di Pierluigi D'Angelo e Fabrizio Gentile
Sette secondi e ventitrè decimi. È la differenza tra il tempo realizzato dal francese Florent Manaudou (21.34) e il cinese Xu Qing (28.57) alle ultime Olimpiadi di Londra nei 50m stile libero. Un bel distacco, certo. Ma la vera differenza tra i due è che a Xu Qing mancano le braccia, il che pone il suo tempo in una luce decisamente diversa. L’atleta cinese alle Paralimpiadi ha vinto la medaglia d’oro in quattro specialità (50m e 100m stile libero, 50m farfalla e 200 misti) realizzando ben tre record del mondo e un record paralimpico. I Giochi Olimpici di Londra 2012 hanno avuto una risonanza straordinaria, ma l’appellativo di “edizione da record” è da assegnare alle Paralimpiadi, iniziate subito dopo la chiusura dei giochi “tradizionali” e –come da prassi ormai fin da Seoul ‘88– svolte nella stessa città: 2milioni e 700mila biglietti venduti (quasi un milione in più di Pechino), oltre 55 milioni di euro di entrate, 166 nazioni partecipanti, 4200 atleti in gara. Record di pubblico, record di record con 110 nuovi primati del mondo e molti nuovi record paralimpici. E record di spettacolo, perché –senz’altro anche grazie a vere e proprie “star mediatiche” dello sport paralimpico come il sudafricano Oscar Pistorius e il nostro Alex Zanardi– le Paralimpiadi di Londra hanno tenuto incollati allo schermo televisivo milioni di persone, che mai come stavolta si sono appassionate guardando prestazioni sportive che nulla hanno da invidiare a quelle degli atleti che solo quattro settimane prima avevano monopolizzato l’attenzione dei telespettatori di tutto il mondo. «È un dato di fatto –afferma Luca Pizzi, che da Londra è tornato nella sua Lanciano con un oro e un argento, conquistati in sella al tandem col fratello Ivano, ipovedente dalla nascita– che lo sport paralimpico goda di una considerazione diversa rispetto anche soltanto a dieci anni fa. È cambiata la percezione della disabilità, sia da parte degli appassionati di sport che da parte dei disabili stessi». Il grande merito di questa edizione è stato, continua Pizzi, «quello di aver saputo trasmettere il valore dell’esperienza sportiva. Abbiamo visto, grazie anche ad un dispiegamento di mezzi senza precedenti, come lo sport paralimpico sia, agonisticamente parlando, identico a quello non paralimpico; guardare una gara tra atleti disabili è appassionante come e forse anche più di una tra atleti cosiddetti “normodotati”, la passione che li anima è identica. In più, c’è il vissuto di chi soffre di una forma di disabilità e trova nello sport un’occasione per rivalersi sulla vita stessa». La pratica delle attività fisiche, infatti, «rappresenta per i disabili un mezzo privilegiato di sviluppo individuale, di rieducazione e di integrazione sociale. È lo strumento attraverso il quale il disabile esce dal suo guscio e conquista la propria autonomia» spiega Ruggero Visini, insegnante di educazione fisica in una scuola pescarese, da anni impegnato nella promozione e nell’avviamento alla pratica sportiva dei ragazzi con disabilità fisiche e intellettivorelazionali. «Nello sviluppo del bambino l’attività motoria viene prima di quella linguistica –spiega Visini– e rappresenta il primo passo verso l’autonomia individuale, è il requisito principe per l’inizio di una vita relazionale». Visini, che ha ottenuto il riconoscimento dell’ASD De Riseis, l’Associazione da lui presieduta come Centro Federale, ha recentemente organizzato a Pescara il Torneo delle regioni, competizione nazionale di Calcio a 5, e si prepara a organizzare, per la prossima estate, gli Europei di Calcio a 5 per disabili, che vedranno il capoluogo adriatico nuovamente sotto i riflettori per un evento sportivo, dopo i Giochi del Mediterraneo. «E inoltre stiamo aprendo due Centri di avviamento allo sport per diversamente abili: uno a Pescara nella scuola di Borgo Marino, e un altro a Manoppello, perché da qualche anno è enormemente cresciuta la richiesta di attività sportive da parte delle famiglie dei disabili e da parte degli stessi ragazzi». E infatti nelle prossime pagine troverete le storie degli atleti che costituiscono il presente (e in alcuni casi il futuro) dello sport paralimpico abruzzese: dal ciclismo al nuoto, dal calcio al basket, dal judo al karate ad altre discipline sportive, l’Abruzzo ha i suoi campioni. Persone che hanno trovato nello sport il mezzo per dimostrare, a se stessi e al mondo, di essere in grado di superare i propri limiti. Perchè, come diceva Albert Camus, “la grandezza dell’uomo è nella sua decisione di essere più forte della sua condizione».