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Il segreto di Padre Guglielmo

di Francesco Di Vincenzo

Ogni giorno all’alba, da più di trent’anni, centinaia di fedeli affollano la basilica della Madonna dei Sette Dolori, sui colli di Pescara, per assistere alla messa celebrata da Padre Guglielmo Alimonti, francescano di grande carisma, venerato come un nuovo Padre Pio. Come si spiega? Perché tante persone rinunciano alle ore migliori del sonno per assistere alla sua messa? In questa intervista le risposte del religioso, che parla anche della sua passione  per i film di Sordi, i western e il calcio.  E sulla scelta del nuovo Papa di chiamarsi Francesco esprime un’opinione sorprendente.

 

Padre GuglielmoIl silenzio. Quel silenzio assoluto che nel lungo attimo di raccoglimento che collega il Sanctus con il Pater Noster svuota la chiesa d’ogni suono, d’ogni voce, d’ogni brusìo. Un silenzio perfetto, quasi che i presenti smettano finanche di respirare, di pensare. Il celebrante è chino sull’altare, come vuole la liturgia, ma sembra svettare in tutto il suo carisma a convogliare e fondere le menti e i cuori in quel prodigioso momento di grande, limpida spiritualità.

Pur se di deplorevole miscredenza, il vostro cronista ha assistito, per diverse ragioni, a decine, centinaia di messe. Eppure, mai gli era capitato d’avvertire una tale intensa partecipazione collettiva prima di quel freddo mattino di fine inverno nella basilica della Madonna dei Sette Dolori, a Pescara Colli, durante la messa mattutina celebrata da padre Guglielmo Alimonti.  «Sa che sosteneva Padre Pio?», mi dice padre Guglielmo quando gli confido il mio stupore su quell’impressionante silenzio: «Se i fedeli conoscessero il vero significato della messa, affollerebbero le chiese tutti i giorni, ad ogni celebrazione, con la massima partecipazione».

E qual è questo vero significato?

«Non la commemorazione, non la celebrazione della memoria del sacrificio di Cristo, bensì la ripetizione sostanziale del suo sacrificio».

Credere che la messa ripeta non simbolicamente ma sostanzialmente quel sacrificio è un grande atto di fede …

«Appunto: un grande atto di fede. Chi compie quell’atto frequenta la messa assiduamente e con vera e totale partecipazione».

È questo, allora, il “segreto” di Padre Guglielmo, la spiegazione del suo carisma, della straordinaria devozione e popolarità che lo circondano e che hanno trasformato le sue messe quotidiane in un fenomeno di costume oltre che di fede religiosa? L’aver saputo suscitare in migliaia di persone quel grande atto di fede che li porta a vivere la messa con totale partecipazione, come se davvero ogni volta ridiventassero dolentissimi, partecipi testimoni in diretta del sacrificio di Cristo?

È questa, padre Guglielmo, l’origine del suo carisma?

«Se ho carisma è perché Dio me l’ha dato».

Sì, ma lei come si spiega che ogni giorno, centinaia di persone, non solo abruzzesi, si svegliano prima dell’alba per venire ad assistere alla sua messa?

«È la forza della fede che in tante persone ha portato la piena comprensione del significato della santa messa».

(articolo completo su Vario 81)

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