Un aumento di produttività reso necessario dallincremento della domanda di pasta De Cecco in tutti i mercati mondiali in cui l’azienda è presente, senza togliere nulla agli standard qualitativi propri dell’antica tradizione pastaia di cui l’industria di Fara è fedele interprete fin dal 1886. I nuovi impianti applicano infatti le cosiddette “mild technologies”, cioé processi delicati che preservano al meglio il patrimonio qualitativo della materia prima. Delle nuove linee, prodotte dalla Fava di Cento (Ferrara) colpiscono soprattutto le dimensioni, ben maggiori rispetto a quelle dello stabilimento di Fara (dove tuttora sono in funzione ben 13 linee di produzione). Ma i tempi lunghi di lavorazione, che costituiscono il segreto della pasta De Cecco e portano alto il nome dell’Abruzzo in tutto il mondo sono rimasti invariati, preservando così la qualità del prodotto. E non è tutto. Con l’apertura dei nuovi impianti produttivi la De Cecco lancia anche una nuova linea di prodotti da forno, “I grani”, con l’obiettivo strategico di diventare in cinque anni il secondo brand del mercato dopo Mulino Bianco. Tre Pan Soffice nel segmento dei pani morbidi, due tipi di grissini, due di cracker, uno di grissinotto e uno di tarallini, tutti caratterizzati dall’alta qualità dei cereali utilizzati: grano duro, grano tenero, ma anche kamut e grano saraceno, realizzati esclusivamente con olio extravergine di oliva e senza l’impiego di grassi idrogenati, coloranti e ogm. A festeggiare l’evento, oltre al presidente della Regione Gianni Chiodi –che ha definito il pastificio De Cecco, «una delle eccellenze imprenditoriali che ha fatto sì che l’Abruzzo fosse più forte o meno debole in questi anni difficili per tutti»–, l’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo, il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, il Prefetto di Chieti, i sindaci di Fara San Martino e Ortona, nonché i rappresentanti delle forze di polizia, le autorità ecclesiastiche e naturalmente la famiglia De Cecco: il Cavaliere Filippo Antonio in testa, seguito dall’AD dell’azienda Saturnino, e dai consiglieri Peppe (ex presidente della Pescara Calcio) e Adolfo. Una famiglia della quale fanno virtualmente parte anche le maestranze, ossia i 1600 dipendenti del pastificio, equamente suddivisi tra gli stabilimenti abruzzesi –di Fara S.Martino, Pescara e Ortona– e quelli russi a Mosca, San Pietroburgo e Smolensk. Diciotto mesi fa, infatti, la De Cecco ha acquisito il controllo della First Pasta Company (Pmk), secondo produttore russo, un gigante da un milione di quintali di pasta annui. Una politica espansionistica che testimonia l’intenzione dell’azienda di proseguire sulla strada dello sviluppo, di cui dipendenti e collaboratori sono parte essenziale: «Le scelte e gli investimenti che abbiamo fatto ci garantiranno il futuro –ha detto Filippo De Cecco nel suo accorato intervento– sono 127 anni che siamo sul mercato, ci saremo anche tra 127 anni». E che il mercato risponda positivamente lo dicono le cifre, tutte con il segno “più”: la produzione complessiva di pasta è stata di oltre 1 milione e mezzo di quintali (+6% rispetto al 2010); dei 380 milioni complessivi di fatturato netto del 2011 (+11%), 135 compongono la voce dell’export, che nel 2010 ha visto una crescita esplosiva in Russia (+64%), seguita da Francia (+20%), Usa e Belgio (appaiati a +19%) e Gran Bretagna (+13%). Il segno “meno” invece lo troviamo alla voce “impatto ambientale”: la lunga tradizione pastaia della De Cecco va a braccetto con il rispetto della terra che l’aiuta da oltre un secolo a generare prodotti di qualità; un rispetto che nel 2011 le è valsa la prestigiosa certificazione EPD per la bassa emissione di CO2 e gas serra. L’evento del 10 aprile è stato coronato da un pranzo speciale: per un giorno le tre mense aziendali delle rispettive sedi di Ortona, Fara e Pescara sono diventate teatro delle prodezze gastronomiche di tre chef “stellati“: Heinz Beck della Pergola di Roma (tre stelle Michelin), Gennaro Esposito della Torre del Saracino di Vico Equense e Mario Uliassi dell’omonimo ristorante di Senigallia (entrambi a quota due stelle). I tre maestri si sono cimentati in diversi menu a base di pasta De Cecco, coordinati dal gastronomo Luigi Cremona e serviti in contemporanea nelle tre mense.
L'importante è la pasta
Pastificio De Cecco
La storica azienda di Fara S.Martino rilancia e raddoppia: due nuovi impianti a Ortona e una linea di prodotti da forno per ampliare il mercato nel segno dell’innovazione
Buone, anzi buonissime notizie per l’economia abruzzese: in un momento mai così grave per le industrie italiane, ecco che De Cecco guarda oltre la crisi e rilancia sul piatto (di pasta) della produzione, consolidando la sua secolare presenza sul territorio. Due nuove linee produttive, una per la pasta corta e una per quella lunga, con una capacità pari a 40 quintali l’ora, sono state inaugurate alla presenza delle massime rappresentanze istituzionali locali e regionali lo scorso 10 aprile a Villa Caldari di Ortona, nello stabilimento attivo dal 1997 dove l’azienda ha realizzato i nuovi impianti. «Uno standard produttivo che è alla base del futuro sviluppo del pastificio», ha detto il patron Filippo Antonio De Cecco inaugurando le nuove creature ad alto tasso tecnologico progettate dall’ingegner Enrico Fava, “papà” degli impianti del colosso di Fara S.Martino fin dal 1966; 30 milioni di euro il costo dell’investimento, finanziato per il 7 % dalla Regione Abruzzo, per una capacità produttiva che aumenta così del 35% (+2mila quintali in 24 ore, ovvero 1 milione e 200mila quintali annui nel solo stabilimento ortonese) e va a insidiare la vetta della classifica dei produttori mondiali di pasta dominata (finora) dalla Barilla.