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Marchionne, ricomincio da Sevel

Attualità

La visita allo stabilimento di Atessa dell'amministratore delegato Fiat è stata un'iniezione di fiducia per le migliaia di lavoratori della Val di Sangro

Sergio Marchionne in visita alla SevelL’entusiasmo con cui l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in visita alla Sevel di Atessa è stato accolto da dirigenti e operai ha riportato alla memoria il clima di euforia che accompagnò l’inaugurazione dello stabilimento, nel 1981, per opera dell’allora patron, Gianni Agnelli, presente al taglio del nastro con il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Trentadue anni dopo, vissuti tra crisi, manovre di rilancio, nuovi piani industriali e di marketing, la fabbrica fiore all’occhiello della Val di Sangro si avvia a divenire protagonista di una nuova campagna di investimenti decisa dal manager abruzzese. Oltre settecento milioni di euro per estendere la leadership del Ducato in tutto il mondo e potenziare la joint-venture con il gruppo Peugeot- Citroen.

Un piano di lavoro ambizioso per il quale è necessario, ha spiegato Marchionne, un’azione sinergica con le istituzioni regionali, chiamate a collaborare per il rilancio di quella che un tempo era denominata tristemente la “Valle dei morti”, a causa dell’alto tasso di emigrazione che la caratterizzava. Per l’amministratore delegato della casa torinese sono ancora molte le potenzialità inespresse di quest’area, che ha tutte le carte in regola per divenire una struttura industriale all’avanguardia. Merito del Polo d’innovazione dell’automotive, voluto dalla Regione, e di quel crocevia costituito dalle aziende che insistono su questa porzione di territorio, a cominciare dalla Honda, senza dimenticare le piccole e medie realtà industriali che lavorano nell’indotto. Un ruolo centrale nel programma di investimenti che riguarderà la Sevel sarà rappresentato dalle infrastrutture, indispensabili a supportare gli ambiziosi piani del management Fiat. «Approfitto dell’occasione –ha detto Marchionne– per richiamare l’attenzione delle istituzioni locali sulla necessità che un’attività industriale come la nostra possa avvalersi di infrastrutture adeguate». L’asse viario che collega lo stabilimento di Atessa all’autostrada non sarà l’unico perno sul quale poggiare i collegamenti e impostare il trasporto dei mezzi prodotti. Molta parte sarà affidata anche alla ferrovia Sangritana, che si occuperà di smistare i veicoli nelle diverse destinazioni nazionali ed europee. Unico neo, nel programma infrastrutturale, è quello relativo al porto di Ortona, ancora sottodimensionato rispetto alle potenzialità reali. Per scrivere il nuovo capitolo della storia della Sevel Marchionne ha chiamato a raccolta non solo gli amministratori della Regione, ma anche operai e addetti ai lavori. Fuori dalle polemiche che oppongono lo stato maggiore della Fiat alla Fiom-Cgil, non ammessa agli incontri e fortemente polemica con la strategia aziendale di Torino, resta l’invito da parte dell’amministratore delegato a rafforzare le capacità di quello che è oggi il più grande stabilimento di veicoli commerciali in Europa, con picchi produttivi che hanno sfiorato le 250 mila unità. Per Marchionne non ci sono alibi: «C’è un lavoro enorme da fare –ha detto a chiusura del suo discorso– ma sappiamo anche che siamo i soli responsabili delle scelte che faremo e di quelle che non faremo». Un monito che non cadrà certamente nel vuoto.

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