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Quattro passi nella storia

Archeologia in natura

Ad Abbateggio nasce
il Museo del Paleolitico.
Un laboratorio per riscoprire
le tracce dell’antico passato
e promuovere il turismo nel cuore della Maiella

di Barbara Scorrano

panoramica Abbateggio

Potrebbero essere molti i motivi per celebrare Abbateggio, non ultimi i suoi valori paesaggistici e culturali. Ma a rendere unico questo centro della Majella è in realtà la sua pietra, conosciuta sin dalla antichità dalle popolazioni nomadi che se ne servivano per costruire gli utensili necessari alla caccia e alla pesca. Una peculiarità che, come spiega il sindaco Antonio Di Marco, attribuiva a questo angolo di terra abruzzese «la stessa importanza che può avere oggi la Fiat nelle regioni dove è situata». I primi a capire l’importanza, dal punto di vista archeologico, di questa area furono per primi gli studiosi che, nel secondo Dopoguerra, diedero inizio ad una serie di scavi, durante i quali emersero quei reperti e quelle vestigia che costituiscono l’asse portante del neonato Museo del Paleolitico, inaugurato qualche settimana fa con tutti gli onori alla presenza dell’ambasciatore di Francia, Alain Le Roy, dal presidente Franco Marini, da Luciano D’Alfonso, dall’ambientalista Grazia Francescato, dal senatore Giovanni Legnini e dal Presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. Il progetto, realizzato grazie a un finanziamento di 350 mila euro erogato dal Cipe e dalla Cassa Depositi e Prestiti, diventerà il fiore all’occhiello del rilancio della Valle Giumentina. A gestire la struttura, costituita da sei piccoli edifici, realizzati in pietra con l’antica tecnica costruttiva dei tholos, provvederà in questa prima fase la cooperativa Maggiociondolo, che li adibirà ad uffici di accoglienza dei visitatori.

 

le autorità all'inaugurazione del museoFranco Marini

Per Di Marco, la nascita dell’Ecomuseo è un traguardo di cui andare giustamente fieri, reso possibile dalla dedizione e dalla passione che hanno accompagnato le fasi di realizzazione del progetto, seguito passo passo dalla Sovrintendenza archeologica di Chieti. «Può sembrare strano a dirsi –spiega Di Marco– ma del valore di queste scoperte si parlava in tutta Italia, fatta eccezione che qui in Abruzzo. Non è stato facile ottenere le autorizzazioni per il riavvio dei lavori, anche perchè la presenza del Parco rendeva delicata qualsiasi iniziativa. Eppure, siamo riusciti a creare una felice sinergia, realizando un laboratorio che crediamo possa diventare modello di sviluppo innovativo e, soprattutto, un polo di attrazione turistica di cui beneficerà l’intera regione». Per promuovere al meglio quello che definisce il “tesoro del sottosuolo”, Di Marco è pronto a lanciare nei prossimi mesi un progetto di marketing turistico territoriale, realizzato con il sostegno delle cooperative e dei privati che operano sul territorio: realtà diverse –agriturismi, ristoranti, country house– tutte disposte a scommettere sulla possibilità di rilanciare un angolo tra i più suggestivi della nostra regione. «Siamo passati da 20 posti letto a 170 –sottolinea Di Marco– con strutture ricettive altamente specializzate. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere questi luoghi di incanto non solo agli addetti ai lavori, agli archeologi o agli studiosi in genere, ma alle migliaia di turisti che ancora non conoscono un centro che può fregiarsi di fare parte dei Borghi più belli di Italia e che con il Museo del Paleolitico acquisterà un valore ancora più significativo». Modello di riferimento indiscusso per l’amministrazione di Abbateggio rimane Santo Stefano di Sessanio e non è certo un caso se, all’indomani della sua elezione a primo cittadino, Di Marco ha scelto di far visitare ai suoi collaboratori il gioiello dell’Aquilano. «Indiscutibilmente un esempio mirabile, dal punto di vista di recupero dei luoghi, ma noi puntiamo a fare di Abbateggio, più che un paese museo, un centro vivo». Dove, e il sindaco non dimentica di sottolinearlo, si svolge da anni un evento di rilevanza nazionale come il premio letterario Majella, che ha contribuito a sdoganare dai confini regionali il Comune della Valle Giumentina. A riempire nei prossimi mesi l’agenda del primo cittadino di Abbateggio non sarà solo il Museo del Paleolitico. «Stiamo lavorando con il sovrintendente dei Beni archeologici di Chieti, Andrea Staffa, a una nuova fase di lavori, rivolti soprattutto a far emergere tracce del periodo Italico. E poi c’è un gemellaggio con la Romania nel quale crediamo molto, cui si aggiunge un progetto, che stiamo studiando con una nostra concittadina, sposata a un ambasciatore di stanza a Bruxelles, per far conoscere le meraviglie del vecchio continente europeo partendo proprio dai piccoli centri, come il nostro». E da un Museo appena nato e destinato a far parlare ancora molto di sé.

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