Arte
Marino Melarangelo
Nell’immaginario di una rarefatta atmosfera metafisica la lettura di un codice pittorico di futuribili identità. L’insita teatralità delle immagini sottolinea l’indagine di una irrealtà che è accesso all’assoluto, ben oltre i confini di una contemporaneità sempre più da conoscere e svelare come da un file compresso
di Annamaria Cirillo
Il giovane Marino Melarangelo, nato a Teramo nel ‘78, approfondisce fin dall’adolescenza un identitario senso artistico di tradizione famigliare riferito alla migliore arte d’Abruzzo, come quella del nonno Giovanni e del padre Sandro, notissimo e saggio custode delle tradizioni e di un avvenirismo politico di alta condivisione.
Fin dal ’91 l’artista, in concomitanza con gli studi Universitari nella città di Roma (Accademia delle Belle Arti e Facoltà di Lettere all’Università La Sapienza) inizia un percorso partecipativo di importanti Mostre e Rassegne (Roma, Bologna, Pisa, Teramo, Ascoli Piceno, Pescara, Milano) fino alla Biennale di Venezia 2011, prescelto ad esporre nella sezione Internazionale “Giovani Artisti Italiani” - Padiglione Italiano. Un’arte stimata la sua, come si evince anche dal testo che segue, del critico d’Arte Umberto Palestini dal catalogo H0¹ - Mostra d’Arte 2013 allestita presso il Museo di Arte Contemporanea di Teramo.
“Anche gli spazi materializzati dei raffinati e pulviscolari disegni di Marino Melarangelo –scrive Palestini– sembrano ammantarsi di misteriose atmosfere in bilico tra la visione mistica e il presagio scientifico.
L’autore richiama una realtà che non obbedisce alle regole di un determinismo in cui la razionalità è rigida descrizione del mondo, ma esplora le infinite e probabilistiche possibilità legate al principio di indeterminazione e casualità. Personaggi senza identità, a metà strada tra il manichino e l’automa, guardano dentro schemi oscuri in paesaggi futuribili: lande metafisiche si trasformano in palcoscenici dove prestigiatori e maghi possono materializzare sogni in un teatro dell’assurdo che fa dialogare le sospese visioni di Magritte e le accensioni metafisiche di De Chirico. L’originalità di Marino Melarangelo risiede nella creazione di un personale universo tradotto da monocrome sfumature dove i colori sono banditi; percorsi da una luce lattiginosa e opaca, i mondi evocati dall’artista si trasformano in una sorta di bassorilievi che rinnegano le trappole dell’illustrazione e si aprono alle magie degli incanti.”
Un arte particolare, quella di Marino Melarangelo, che denota nella tematica surreale delle immagini l’identità e la potenza espressiva di una contemporaneità che è realtà demistificata nell’irrealtà. Egli ne individua l’accesso trascinandoci con forza, emotività ed inquietudine fino nei meandri più illogici ed angosciosi della coscienza.
La sua figurazione colpisce nelle pose e nel contesto di un ambiente di chiara, illuminante luce che si ammanta di ombrature sfumate nel grigio.
Un vero impatto psicologico che stimola l’approfondimento del suo diktat artistico.
La sua figurazione infatti va oltre gli esuberi e le esplorazioni dei confini di un ego sottoposto ad un contestuale sistema di vita sempre più opprimente e che forzatamente ci ingloba nella sua mistificazione della realtà di vita.
Dai primi inizi del percorso ideativo si denota in Marino Melarangelo una ricerca in linea con la corrente Citazionistica che lo induce dapprima verso le rive sicure della solennità classica e dei riferimenti storici.
Ottima base di partenza verso uno sviluppo tematico di metamorfosi e trasmigrazione di diverse, intime urgenze e pulsioni fuori da una corporeità usuale e contestuale.
Omologazione insoddisfacente alla completezza della propria esigenza creativa tesa all’espressione di un ardito fenomeno di ibridazione figurale, che dal passato prevarica ed oltrepassa i margini estremi di una indotta ed obbligata contemporaneità.
La sua tecnica pittorica si avvale dei toni chiaroscurali del pastello, nelle tonalità del bianco e del grigio, con completa esclusione di tutti i colori, fino ad un biancore pressoché assoluto in cui pare espandersi l’identità e la potenza espressiva di una realtà demistificata in una contaminazione psicologica tra arte e realtà.
Esplorazione dell’arte oltre i confini dell’ego.