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All'Aquila crescono le gru

Ricostruzione anno quinto
 
Si moltiplicano come nidi i cantieri edili e quelli per la rinascita dell’identità sociale e culturale dei cittadini

di Fabrizio Gentile

 

Oltre 300 cantieri attivati nel centro storico dell’Aquila e 1.500 nelle zone periferiche; più di 11.500 addetti in campo e 1.400 imprese impegnate negli interventi edilizi. Nei comuni del cratere (54) sono 662 i cantieri nelle periferie e 138 quelli nei centri storici. Numeri che oggi, a cinque anni dal sisma, si aggiungono a quelli permeati di tristezza (309 vittime, 67mila sfollati) che tutti conosciamo, e che hanno finora caratterizzato quel 6 aprile del 2009 in cui una scossa di magnitudo Richter 5.8 durata 23 secondi ha inflitto una delle più gravi ferite al territorio e alla popolazione abruzzese che questa regione ricordi.

 

Qualcosa, dunque, sul fronte della ricostruzione si muove: il 10% dei cantieri attivi nel centro storico dell’Aquila e il 60% in periferia sono certamente una goccia nel mare, anzi nel cratere: ma è il segno che una pur debole ripartenza è avviata. L’imprenditoria, l’edilizia, reduce dal quarto Salone della Ricostruzione appena conclusosi, “guarda con fiducia al 2015”, come dicono gli organizzatori.  Ma sono stati 1.445 i giorni trascorsi prima dell’apertura del primo cantiere nel centro storico dell’Aquila: quattro anni durante i quali gli aquilani si sono confrontati con il vuoto. Un vuoto fisico, quello del centro storico, e uno spirituale, quello lasciato da chi è scomparso, da ciò che si è perduto e che non tornerà. Questo vuoto, lasciando da parte le responsabilità, è ciò che oggi si cerca di riempire, di colmare. Una città, si sa, è fatta dagli edifici, ma soprattutto dai cittadini che la vivono: è determinante quindi ricostruire materialmente gli edifici, ma soprattutto ridare vita all’identità aquilana, fatta di storia, tradizione e cultura. La ricostruzione dunque viaggia a due velocità: perché le ferite inferte alla città si chiudono con le ruspe e il cemento, mentre quelle spirituali bruciano ancora oggi e non si rimarginano.

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