Professione attrice
Lucrezia Guidone
Professione attrice
A teatro con Luca Ronconi, al cinema con Francesco Bruni: la travolgente ascesa di una giovane pescarese che si appresta a farsi conoscere anche oltreoceanoDi Fabrizio Gentile Foto Claudio Carella
È stato Luca Ronconi a scoprirla. Prima in senso metaforico, perché il suo debutto nel teatro di serie A è stato battezzato dal maestro che l’ha scelta per la messa in scena di In cerca d’autore. Studio sui Sei personaggi di Luigi Pirandello. E poi in senso letterale, perché nel suo ultimo spettacolo, Celestina laggiù vicino alle concerie in riva al fiume di Michel Garneau (da La Celestina di Fernando de Rojas), andato in scena la primavera scorsa, il direttore artistico del Piccolo di Milano le ha affidato le (poche) vesti di Melibea, conturbante oggetto del desiderio di uno sprovveduto Calisto. «Non ho alcuna difficoltà a spogliarmi, se il nudo è funzionale», dice Lucrezia Guidone, pescarese, 28 anni compiuti lo scorso giugno, definita dalla critica “una solare promessa del teatro italiano”. Una promessa più che mantenuta, se si considera che giungere alla corte del Re Ronconi non è cosa facile: la bella attrice ci aveva provato all’inizio del suo viaggio, quando dopo il liceo decise di partecipare a tutti i concorsi d’ammissione alle più importanti scuole di teatro italiane, inclusa quella del Piccolo. «Mi presentai con un testo tratto da Brecht; poco dopo aver iniziato mi fermarono col classico “va bene, va bene, le faremo sapere”. Il regista non era presente a quella fase delle selezioni, e oggi scherza con i suoi assistenti rimproverandoli: “Non avete preso la Guidone!”». Già, perché Lucrezia è diventata, dal 2012 (anno del debutto ronconiano), una presenza fissa negli spettacoli del celeberrimo regista, che tra i Sei personaggi e Celestina l’ha voluta anche nel Panico di Rafael Spregelburd (2013), in cui Lucrezia regala una divertente interpretazione di un transessuale e recita a fianco di un nutrito cast (tredici donne, tra cui Maria Paiato e Iaia Forte, e tre uomini, tra cui Paolo Pierobon). «Lavorare con Ronconi è esaltante», dice Lucrezia. «Complicato, perché i suoi allestimenti sono sempre sontuosi, ma mi fa crescere come attrice ad ogni prova, ad ogni replica». La collaborazione col Maestro (la maiuscola è d’obbligo) le ha aperto ovviamente le porte ad altre esperienze. La più recente è quella che Lucrezia in questi mesi sta facendo con Alessandro Preziosi che l’ha inserita nel cast del suo Don Giovanni. «Ci siamo incontrati quest’estate alla consegna dei Premi Flaiano», racconta. «Mi ha detto che aveva un ruolo scoperto, quello di Donna Elvira, e mi ha chiesto se volevo fare il provino. Avevo appena rifiutato un lavoro e ho accettato subito. Il provino è andato bene e finalmente farò anche l’esperienza della tournée, che mi mancava». Non che l’esistenza girovaga non le sia familiare: dopo aver trascorso l’adolescenza a Pescara, Lucrezia ha trascorso due anni in giro per l’Italia, cercando di superare gli esami di ammissione alle scuole di teatro, e quando al terzo tentativo è stata presa all’Accademia nazionale d’Arte drammatica di Roma si è trasferita nella Capitale, dove ha trascorso «tre anni decisamente impegnativi, un percorso duro ma entusiasmante, che mi ha consentito di iniziare a lavorare con una preparazione solida». (Articolo completo su Vario 85 in edicola)