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Morto il pasticciere premiato da San Giovanni Paolo II

Figura storica a Penne, aveva 73 anni. Fu premiato da Papa Wojtyla. Tutto il paese ai funerali di Franco Napoletani,
storico proprietario della Pasticceria Franco. Una morte che ha segnato non solo i parenti del noto pasticciere, ma tutta la comunità pennese che in questi cinquant'anni ha potuto apprezzare le sue qualità umane e professionali. Una persona perbene oltre che un gran lavoratore e un professionista esemplare. «Ha avuto il grande merito di aver cambiato completamente questo lavoro nella nostra area. È stato una guida, un esempio, per tutti quelli che lo hanno intrapreso. Se volevi fare il barman dovevi andare da Franco, se volevi fare il pasticciere dovevi andare da Franco, se volevi fare il cameriere dovevi andare da Franco», ricorda Luigi Labbro Francia. Nato l'11 agosto 1943 a San Benedetto del Tronto, Franco arriva a Penne il 13 febbraio 1960 e, per nove anni, gestisce insieme al fratello Leo il Bar Giardino di viale San Francesco. Si trasferisce poi in via Caselli, dove ha inizio l'avventura della "Pasticceria Franco" che lui fonda nel 1969 e che porta avanti con la moglie Anna Maria (scomparsa 8 mesi fa). Nel 1987, il 21 ottobre, a Roma, ricevette da monsignor Giuseppe D'Ascola e alla presenza di Papa Giovanni Paolo II il diploma di Benemerenza di artefice cristiano del mondo del lavoro. Il suo amore per la pasticceria non è andato perso, ma è stato tramandato al figlio Onelio e alla nuora Fabiola.

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