Il loro effetto, persino nelle previsioni teoriche, sarebbe infatti del tutto insignificante in caso di piena e non darebbe alcuna certezza sulla salvaguardia di Pescara e degli altri centri abitati lungo il corso del fiume. Lo scrive in maniera esplicita anche il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici che il 27 gennaio scorso ha esaminato il progetto e ha rimesso il proprio parere, non vincolante ma certamente autorevole e tale da meritare la massima considerazione. Non è tecnicamente una bocciatura, ma vengono ribadite in sostanza le critiche di chi, come il Wwf, da sempre sostiene che si tratta di opera di dubbia utilità e con risultati attesi di così lieve portata da non giustificare il massiccio impiego di denaro previsto. Tutto questo senza tener conto degli effetti deleteri connessi a quella che sarà comunque l’ennesima imponente colata di cemento su un territorio che avrebbe bisogno di ben altra attenzione. «Pur non entrando nel merito della discussione, non possiamo non evidenziare - sottolinea la presidente del Wwf Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco - come le osservazioni dell’organo tecnico del Ministero non siano affatto superabili, come si è detto, con un mero aggiustamento formale che non incide minimamente sulla realizzazione dell’opera (dichiarazione del vice capogruppo Pd Alberto Balducci. Inserire l’opera in un piano di bacino non significa mettere a posto qualche carta secondo un consolidato italico malcostume. Significa invece ripensare il progetto, rivalutarlo – giustamente – in un contesto più ampio, valutare il rapporto costi-benefici che nella attuale versione è certamente sbilanciato: tanti soldi impegnati per risultati che, si sa già, persino nelle più ottimistiche previsioni, saranno scarsi. L’Abruzzo - conclude la presidente del Wwf Chieti-Pescara - per il quale il presidente D’Alfonso ha inventato, tra i tanti, lo slogan Regione del fare, si fermi a riflettere e riveda questa parola d’ordine con una piccola preziosa aggiunta diventando finalmente la Regione del fare bene».
Il Wwf Chieti-Pescara sfida le colate di cemento
Il Wwf Chieti-Pescara non ha dubbi: i 54 milioni e 800mila euro assegnati all’Abruzzo per opere di sicurezza idraulica e destinati dalla Regione a 5 vasche di laminazione (le cosiddette casse di espansione) da realizzare nei territori di Manoppello, Rosciano, Cepagatti e Chieti, rischiano di essere soltanto l’ennesimo esempio di spreco di denaro pubblico.