Amministratore delegato di Modus Fm è Giuseppe D’Alessandro, entrato nel cda della holding dal 2008 e legato da una lunga amicizia a Martino, conosciuto ai tempi dell’università. «Il cosiddetto “facility management” (da cui la sigla FM accanto al nome della società) è la gestione di patrimonio immobiliare dal punto di vista manutentivo e di fornitura di combustibile per soggetti privati e soprattutto per gli enti pubblici –ospedali, scuole, Comuni, Province, Regioni– che affidano a terzi le funzioni legate alla fornitura di energia per il loro patrimonio immobiliare. In pratica, vendiamo comfort: forniamo combu stibile, ci occupiamo della manutenzione della centrale termica e facciamo in modo che il ciclo di funzionamento risponda alle esigenze dell’edificio interessato. Ma non solo: al termine del nostro mandato, generalmente quinquennale, consegniamo l’edificio migliorato sotto l’aspetto dell’efficienza, perché la nostra squadra –composta da persone di grande professionalità, ingegneri specializzati e tecnici capaci e competenti– provvede non solo a fornire il servizio richiesto, ma tende a un miglioramento dei servizi e delle infrastrutture così da ridurre i consumi e di conseguenza i costi. Abbiamo come clienti l’ospedale di Rimini, quello della Versilia, l’Agenzia delle Entrate di Bolzano; l’aeroporto di Pescara, molte stazioni ferroviarie di Abruzzo, Molise, Marche, Puglia, Calabria e Sardegna per Centostazioni spa, oltre a scuole, enti locali e aziende municipalizzate per un totale di circa 150 edifici di grandi dimensioni. E il mercato, che in questo settore è dominato da grandi multinazionali, conta pochissimi competitor italiani di dimensioni paragonabili alla nostra. Siamo piccoli rispetto a certi colossi, ma proprio per questo oggi viviamo con minori sofferenze la crisi, che colpisce soprattutto le industrie di grandi dimensioni, che perdono pezzi e favoriscono il nostro core business». Altro asset aziendale è quello dell’ICT, ovvero Information and Communication Technology, rappresentato dalla Quinary: «La Quinary –spiega Giuseppe Marucci, Consigliere d’ Amministrazione – è una società storica delle telecomunicazioni nata nel 1984 che sviluppa tecnologia applicata al settore mobile; il gruppo Tiscali la comprò nel 2000, per entrare nel mercato dell’Umts (la banda larga per i telefonini), ma poi l’azienda di Soru dedicò le sue attenzioni ad altre iniziative e Quinary cominciò a perdere fatturato. Un grande potenziale in termini di competenze, di knowhow abbandonato e poco sfruttato. L’abbiamo acquisita nel 2008, quando fatturava due milioni e perdeva circa un milione di euro l’anno; oggi ne fattura 14, con un importante risultato economico a fine anno. È un’azienda leader nei servizi di Mobile Application (le App scaricabili sugli smartphone) ed è il quarto fornitore italiano di Vodafone, per la quale Quinary ha sviluppato la web tv (dopo averle fornito il servizio di sms all’alba della comparsa dei telefoni cellulari); gestisce il sito Shopping24 del Sole24Ore; un sistema di formazione e-learning per Pfizer (la casa farmaceutica che commercializza il Viagra, ndr); abbiamo risorse che operano nel building del prepagato di Telecom Italia, un altro dei nostri grandi clienti; siamo tra i principali fornitori di Engineering, la più grossa società di Information Technology per la pubblica amministrazione in Italia, con personale in Inps, Inpdap, Inail. Circa il 70% dei 180 dipendenti di Quinary sono ingegneri e il restante 30% è costituito comunque da laureati». Modus Fm e Quinary sono distanti solo all’apparenza. «Crediamo che in futuro questi due rami d’azienda, ovvero l’ICT e il Facility Management, andranno sempre più a incrociarsi, quindi avere le risorse interne per fare un’offerta comune in termini di global service sarà estremamente importante». Nel computo delle società controllate dalla holding va inclusa anche la Dynamin energia, una piccola azienda che svolge un servizio magari meno “nobile” delle sue “sorelle maggiori” ma molto più utile al cittadino: la manutenzione e verifica degli impianti termici e di climatizzazione dei privati, con circa 3mila famiglie sotto contratto. E nel prossimo futuro del gruppo ci sono anche interessi oltreconfine: «Abbiamo anche qualche attività all’estero. Vodafone ci ha incaricato di sviluppare i piani tariffari per Malta, mentre da un paio d’anni stiamo lavorando con la divisione inglese di Pfizer. Soprattutto Quinary è l’azienda che ha in essere un progetto serio di internazionalizzazione, dato che l’IT è un settore che non conosce confini. Abbiamo in programma per Quinary l’apertura di una sede a Londra entro la fine dell’anno; a livello ancora embrionale c’è poi il progetto di impiantare una sede anche in Brasile, dove alcune grandi industrie italiane stanno già investendo e dove si aprono prospettive di mercato, soprattutto a livello tecnologico, molto stimolanti, anche in concomitanza con eventi come i Mondiali di calcio e le Olimpiadi». Ecco il segreto del successo di questo terzetto di giovani e affiatati imprenditori: la loro capacità di vedere oltre il breve termine, di guardare al futuro più che al presente. «Siamo persone in grado di gestire processi aziendali e manageriali» precisa D’Alessandro. «A volte la capacità di produrre non è collegata a quella di collocare un prodotto. Quando noi acquisiamo un’azienda cerchiamo di replicare dei processi organizzativi che possano produrre risultati e performance di successo. La Dynamin Holding è, in pratica, una società di service management delle partecipate, nella quale la gestione delle imprese è stata ristrutturata attraverso la distribuzione organizzativa delle attività e delle competenze. Giuseppe Marucci si occupa da sempre di amministrazione finanziaria e controllo, Antonio ha sempre lavorato nel settore dello sviluppo commerciale, mentre io ho competenze nel coordinamento degli affari generali, legali e della gestione degli acquisti. I compiti ce li siamo divisi in base alle nostre attitudini ma fondamentalmente coordiniamo delle aree in cui operano dei manager che gestiscono operativamente i diversi settori. Una suddivisione dei compiti che tende a un obiettivo comune, proprio come in una squadra di calcio». A tale proposito una menzione speciale la merita proprio la presenza della Dynamin Holding nella società Delfino Pescara 1936, ovvero la Pescara Calcio guidata da Daniele Sebastiani, di cui la Dynamin è stata da subito sostenitrice e in cui oggi riveste un ruolo di primo piano: «Con il Pescara –precisa Antonio Martino che riveste anche la carica di vicepresidente della Pescara Calcio– siamo andati oltre ogni aspettativa. Dovevamo partecipare con una quota standard, oggi invece siamo il secondo azionista di maggioranza. L’abbiamo fatto per due ragioni: la prima è la passione calcistica che ci ha contagiati tutti; la seconda è che, pur lavorando prevalentemente fuori regione (per circa l’80% del nostro fatturato), siamo tutti abruzzesi e tifosi del Pescara Calcio».
Una Holding da Serie A
Dynamin
Dall’Abruzzo all’Europa e prossimamente oltreoceano:il successo della giovane e dinamica società di servizi pescarese
diretta da Antonio Martino, Giuseppe Marucci e Giuseppe D’Alessandro
non conosce confini. Geografici, ma anche tematici:
dall’energia all’informatica all’impegno nella Pescara Calcio,
con lo stesso entusiasmo e con grande passione
di Claudio Carella
Tutte le grandi storie hanno un punto di partenza. Quella della Dynamin comincia nel più classico dei luoghi, il garage di casa. «Ce lo siamo dipinto e arredato, avevamo 25 anni. E in soli dieci anni abbiamo raggiunto una dimensione internazionale. Noi non produciamo tecnologia informatica, ma ce ne serviamo per produrre comfort». Siamo nell’Abruzzo valley, non nella Silicon; e non stiamo parlando di una delle aziende fiorite sull’onda della cosiddetta New Economy, ma di una delle realtà più importanti dell’imprenditoria nazionale made in Abruzzo. L’avventura dei tre amici che oggi guidano la Dynamin Holding comincia nel 2006. La loro prima creatura, la Dynamin Energia, nasce appunto in un piccolo garage e da lì inizia una scalata verso il successo che porta Antonio Martino, Giuseppe Marcucci e Giuseppe D’Alessandro – compagni di scuola prima e di lavoro poi– in soli dieci anni a capo di una società complessa che conta circa 300 dipendenti, quattro sedi operative (a Milano, Roma e Ivrea oltre a quella principale di Pescara, nel centralissimo palazzo Quadrifoglio) e interessi che valicano i confini nazionali. Ma restando con i piedi (e la testa) saldamente in terra d’Abruzzo. «La Dynamin Holding , di cui Antonio Martino è l’Amministratore delegato– controlla tre società: la Modus Fm, che si occupa di Facility management; la Quinary, che opera nei servizi informatici e sviluppa tecnologie per la telefonia mobile; e infine la Dynamin energia, che svolge servizi alla cittadinanza come quello della manutenzione e verifica degli impianti termici».