Rom e Sinti protagonisti del giorno della Memoria
Quest’anno sono numerosi gli eventi organizzati per ricordare gli stermini perpetrati durante il periodo nazifascista.Un gruppo di Rom e Sinti ha preso parte, per la prima volta in forma ufficiale, al viaggio della memoria organizzato dall’Ucei e dal Ministero della Pubblica Istruzione. Alexian Santino Spinelli e Gennaro Spinelli hanno fatto parte della delegazione che
si è recata ad Auschwitz: toccante la cerimonia svoltasi di fronte alle camere a gas dove dopo la preghiera del rabbino, i Rom e Sinti hanno recitato la poesia Auschwitz di Santino Spinelli e riuniti in un abbraccio simbolico hanno intonato il Gelem, Gelem (l’inno trasnazionale della Popolazione Romanì). La delegazione ha partecipato anche alle celebrazioni ufficiali al Quirinale svoltesi il 25 gennaio scorso e a Gennaro Spinelli, in rappresentanza del giovani Rom e Sinti Italiani, è stata data l’opportunità di intervistare Piero Terracina alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e delle più alte cariche istituzionali in diretta su tutte le televisioni nazionali. Il 27 gennaio nel Parco delle Memorie, a Lanciano, nei pressi di Villa Sorge, che fu campo di concentramento ebraico, alla presenza delle autorità cittadine, dei reduci, dei partigiani e delle scolaresche Alexian Santino Spinelli ha ricordato il Samudaripe dei Rom e Sinti ed ha annunciato il progetto per la realizzazione delMonumento commemorativo che sarà inaugurato ad ottobre 2018 ed eretto proprio nel Parco delle Memorie. Sabato 3 febbraio presso il Teatro Di Loreto–Liberati, l’Istituto Comprensivo di Castel Frentano ha organizzato la lezione Concerto per la Memoria del Samurdaripe dei Rom e Sinti che sarà tenuta dall’ Alexian Group. Durante l’ultimo conflitto mondiale si è consumata l’enorme tragedia della creazione dei campi di sterminio nei quali hanno trovato la morte milioni di ebrei, prigionieri politici, omosessuali, handicappati. Con essi anche le comunità di etnia Rom e Sinti hanno pagato un alto tributo di sangue con 500.000 vittime. Un genocidio dunque meno conosciuto e indagato ma non per questo meno doloroso e drammatico.
Quanti oggi conoscono la parola Samudaripe? Pochissimi. Questo è l'indizio più significativo di come la memoria dei popoli che ci ostiniamo a chiamare zingari e nomadi fatichi a trovare ascolto e cittadinanza. Cinquecentomila uomini, donne e bambini perseguitati, imprigionati, uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime degli orrendi esperimenti medici nazisti, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori, usati come schiavi nella macchina bellica e depredati dei loro averi senza restituzione ai legittimi proprietari. In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni su base razziale subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda lo sterminio subito dalle popolazioni Sinte e Rom. Perpetrare l'oblio nel quale si rischia di cancellare questi eventi equivale a legittimare un nuovo olocausto.