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La storia del cibo abruzzese raccontata da ‘Nduccio

La storia delle tradizioni culinarie d’Abruzzo e il legame del cibo con la spiritualità sono stati al centro dell’incontro con Germano D’Aurelio, in arte ‘Nduccio, organizzato dall’Università della Terza età e svoltosi presso la sala consiliare del Comune di Spoltore. “Che l’Abruzzo sia una regione di cibi unici non lo dico io”,
ha puntualizzato ‘Nduccio, “ce lo dicono gli altri. Il merito è delle particolari caratteristiche climatiche, che presentano durante l’anno una forte escursione termica. Decisivi in particolare il caldo un po’ meno forte, e la presenza della neve, che consente la conservazione dei sapori presi sotto il sole”. Tra gli esempi, l’idea di Niko Romito, uno dei più apprezzati cuochi italiani, che ha realizzato una vigna a 600 metri e, grazie ad alcune protezioni, produce vino: “Poteva realizzare questo progetto in Finlandia o altrove, ma ha scelto di restare in Abruzzo, per conservare sapori e profumi delle nostre spore”. L’esperimento di Romito è un investimento nell’ottica dei cambiamenti climatici, che hanno portato l’innalzamento della temperatura media di un grado negli ultimi 100 anni: tra le conseguenze sottolineate da ‘Nduccio, “la mosca olearia”, che ha attaccato tutti gli ulivi, non solo in Abruzzo.

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