Rischia di perdere il posto di lavoro per una raccomandata arrivata tardi. Immaginate di ricevere una comunicazione da un ministero, con tanto di carta intestata, bolli e timbri: a seguito della rinuncia al posto di un collega che vi precedeva nella graduatoria finale di un concorso pubblico, siete invitati a presentarvi, il giorno 23 giugno 2017 alle ore 8.30, per la sottoscrizione del contratto di lavoro. Per tanti sarebbe la realizzazione del sogno di una vita: non è andata così
all'ingegnere di Città Sant’Angelo Alessio Di Simone, che quella raccomandata l'ha ricevuta il giorno stesso in cui avrebbe dovuto presentarsi a Roma, il 23 giugno, ma di pomeriggio. Troppo tardi per andare a firmare il contratto o giustificare la sua assenza. «Ho partecipato a un concorso come funzionario per lo sviluppo software al ministero dell'Istruzione dell'università e della ricerca - spiega l’ingegner Di Simone - Ero stato assegnato all'ufficio scolastico per l'Abruzzo: fortunatamente ho già un lavoro a Roma». La lettera, firmata dal direttore generale Jacopo Greco, era stata spedita il 16 giugno dal Miur a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno all’indirizzo di casa dell’ingegnere, in viale Petruzzi a Città Sant'Angelo. Di Simone era stato convocato per il 23 giugno alle 8.30 nella stanza 113 della Direzione generale per le risorse umane e finanziarie del ministero, a Roma, in viale Trastevere. In caso di impossibilità a presentarsi, il candidato avrebbe dovuto comunicare via mail, entro le 8.30 del 23 giugno, «eventuali motivi di assenza, debitamente giustificati e documentati». Ma il postino in casa Di Simone per consegnare la lettera di convocazione ha suonato nel primo pomeriggio, diverse ore dopo l’appuntamento fissato dal Miur per la firma del contratto. Quando ha letto il contenuto della raccomandata, l’ingegnere ha subito informato il ministero del ritardo, del resto documentabile, delle Poste nel recapitare la missiva. Il Miur dovrebbe fissare una seconda convocazione, che si spera venga inviata per e-mail, anche perché i casi di ritardo nella consegna delle comunicazioni attraverso le Poste, da quelle tradizionali alle nuove società private, sono frequenti.