Sfrattati i mezzi della Protezione civile
Sfrattati i mezzi della Protezione civile di Giulianova. Da oltre dieci anni l’associazione è in attesa dell’assegnazione di una sede per svolgere in modo efficiente la gran mole di lavoro richiesta quotidianamente durante tutti i periodi dell’anno. La sede operativa è ospitata nel quartiere
dell’Annunziata, mentre i mezzi erano custoditi in locali di fortuna a poca distanza, nel condominio di un Centro commerciale. Ora è arrivato lo sfratto per veicoli e attrezzature e tutto ovviamente diventa più difficile. “A nulla sono serviti - sostiene amareggiato il presidente della Protezione civile di Giulianova Michele Maruccia - i rapporti epistolari e i colloqui diretti tra la nostra Associazione, il Condominio del Centro Commerciale e il sindaco volti a scongiurare la perentoria richiesta di trasferimento dei veicoli. Il presentimento di tale esito negativo ha suggerito ai Volontari della Protezione civile di spostare i propri mezzi, cosa peraltro resasi possibile solo grazie alla generosità di un privato, noto imprenditore, che a titolo di amicizia personale ha messo temporaneamente a disposizione, nel territorio di Mosciano Sant’Angelo, lo spazio necessario. La distanza e i tempi per raggiungere i veicoli compromettono l’attività del Gruppo, costretto a subire l’ennesimo disagio dovuto alla mancanza di una sede adeguata da tempo individuata dall’Amministrazione comunale, ma la cui procedura di assegnazione tarda a perfezionarsi. Gravi ritardi inoltre subiranno le attività dell’Associazione nei casi di emergenza a supporto delle Istituzioni e destinate all’assistenza e al soccorso della cittadinanza”. Va ricordato che la Protezione civile, in occasione del sisma del 2009 dell’Aquila, dei terremoti di agosto 2016 e gennaio 2017 e delle nevicate epocali dell’inverno appena trascorso, ha censito e alloggiato circa cinquantamila sfollati. Per non parlare dei servizi di emergenza, assistenza e pronto soccorso che vengono svolti per allagamenti, frane, incendi, incidenti, ecc. Una grande risorsa penalizzata per l’ennesima volta tra l’indifferenza della pubblica amministrazione e con danni rilevanti per la collettività.