La festa dei popoli infiamma Pescara
Sono 17 le delegazioni di diversi Paesi del mondo e 25 le associazioni coinvolte nella ottava edizione della festa dei popoli che si è svolta su iniziativa dell’arcidiocesi di Pescara-Penne. Il programma
ha preso il via in piazza Salotto nel cuore di Pescara. «Tanta voglia di costruire legami e amicizia - spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana - In questo clima di chiusura nei confronti dell’altro la festa dei popoli è senza dubbio un’occasione per aprirci e parlare in maniera diversa di immigrazione. Vogliamo continuare a dire che c’è la possibilità di incontrarsi e sperimentare concretamente l’integrazione e che questa rimane l’unica via per governare un fenomeno che ci attraversa e ci attraverserà indipendentemente dalle nostre scelte». Tra le iniziative pensate per intrattenere grandi e piccini le attività interculturali di arti e mestieri, come ad esempio quelle sui ricami tipici bulgari, sui tatuaggi con l’hennè della Tunisia, sulle treccine e sulle danze folkloristiche africane, sulla costruzione dei giochi brasiliani, sulla realizzazione dei sigari con il tabacco e l’invecchiamento della carta. E ancora laboratori di percussioni africane e di Capoeira, di pizzica salentina, Free Hugs e yoga. C’è stato anche un momento della preghiera interreligiosa. La sfilata dei popoli ha anticipato il grande concerto finale, affidato all’orchestra de “La Notte della Taranta”. «Una scelta non casuale - sottolinea Luigina Tartaglia, responsabile della promozione mondialità Caritas e coordinatrice della manifestazione - visto l’impegno e il sostegno alla solidarietà e all’intercultura che il gruppo musicale esprime attraverso una fondazione».