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Gran Sasso senza ghiacciaio Nuove teorie degli scienziati

E’ possibile un futuro senza ghiacciai? Quali gli effetti dei cambiamenti climatici sull’alta montagna? Cosa cambierà per l’Abruzzo considerato che il Calderone, l’unico nostro ghiacciaio che si trova sul Gran Sasso, si restringe sempre più? Si è parlato di questo e di altro nel corso della conferenza organizzata a Guardiagrele dalla locale sezione del Cai presieduta da Gloria Di Crescenzo.
E’ intervenuto il professor Claudio Smiraglia, ordinario di geografia fisica e geomorfologia al Dipartimento Scienza della Terra dell’Università di Milano, famoso glaciologo, componente del Comitato scientifico centrale e socio onorario del Cai. L’illustre ospite ha ricordato l’importanza dei ghiacciai come luogo di origine dell’acqua, la prima fonte della vita che non possiamo permetterci di perdere, analizzando l'intero ciclo dell’acqua: da dove nasce, dove arriva e gli usi fondamentali che ne fa l’uomo per la propria vita. Inevitabile il riferimento al ghiacciaio Calderone sul Gran Sasso, l’unico presente in Abruzzo e sull'intera catena appenninica, nato ventimila anni fa nel Preistone Superiore che, dopo un periodo di sparizione, è riapparso nel 1500 durante la piccola glaciazione dell’epoca ed ha visto dall’800 ad oggi ridurre via via le sue dimensioni. Dagli anni ’50 poi si è ridimensionato in superficie e spessore; il settore inferiore si è ricoperto di uno strato di detriti e, nel 2000, si è frammentato in due porzioni.

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