«L’Iran è un grande Paese emergente desideroso di aprirsi all’occidente. E per farlo ha scelto proprio la nostra università, cosa di cui siamo onorati». Ma l’azione del prorettore, volta ad allargare il più possibile le frontiere dell’ateneo teatino-pescarese, non si ferma all’Iran. Dopo la missione iraniana all’università di Yazd, c’è stato il convegno intercontinentale euroasiatico di Storia della Turchia a cui il docente ha preso parte come relatore a dicembre scorso. Anche l’appuntamento di Instabul (con conclusione nella reggia imperiale ottomana del Dolmabahce), ha rappresentato una tappa della strategia di rilancio della d’Annunzio sul quadrante balcanico e orientale. In questo quadro l’ateneo dannunziano si pone come ente di confronto e raccordo con il mondo culturale mediterraneo, spaziando dall’Europa all’Asia. «È un ruolo tutto sommato naturale per noi», spiega Trinchese, «proprio grazie alla nostra collocazione geografica, ideale ponte con i Balcani e la regione intermediterranea orientale. D’altronde, la nostra università può diventare più grande solo quando si apre. Si tornerebbe invece indietro se ci si chiudesse alla pura tutela dei micro-interessi territoriali». Terminata la Festa Nazionale dell’Iran, il professore di storia è rimasto a Roma per partecipare oggi alle celebrazioni solenni per il cinquantesimo anniversario della fondazione della Comunità di Sant’Egidio, che si svolge in Laterano. Il docente di storia è sempre stato molto vicina alla Comunità di Sant’Egidio, fondata da Andrea Riccardi, che da ministro della cooperazione del governo Monti ha visitato l’università d’Annunzio proprio su invito di Trinchese.
L’università d’Annunzio apre le porte all’Iran
Il prorettore alle relazioni culturali dell’università d’Annunzio Stefano Trinchese ha preso parte a Roma alla due giorni della Festa Nazionale dell’Iran a cura dell’Ambasciata iraniana a Roma. «L’invito», spiega il docente di storia contemporanea, «è arrivato grazie alla missione che ho svolto in Iran a fine novembre in un’ottica di allargamento della rete di interscambio culturale della nostra università. La collocazione del nostro ateneo è adriatica ma la vocazione è molto più ampia e l’orizzonte è senza dubbio euro-mediterraneo. Con questo tipo di apertura sto portando avanti il compito di prorettore alle relazioni culturali che mi ha assegnato il rettore Sergio Caputi». Insieme ai docenti Chiara Berti, Maryam Mavaddat, Giuliano Mion e Pietro Rovigatti, Trinchese è tornato dall’Iran con una serie di interscambi culturali, sia per quanto riguarda i docenti che per quanto riguarda gli studenti.