Prodotto all’Aquila il farmaco della Montalcini
Si chiama Oxervate e verrà prodotto nello stabilimento aquilano Dompé. Si tratta del nuovo farmaco in grado di curare la cheratite neurotrofica moderata o grave. Una malattia dell’occhio invalidante che, nei casi acuti, può portare alla cecità. Il farmaco, il cui principio attivo è noto commercialmente come cenegermin, nasce dalla ricerca tutta italiana portata avanti per anni dalla scienziata Rita Levi Montalcini. Un collirio in grado, con l’applicazione di cicli di poche gocce,
di salvare dalla cecità i malati affetti da cheratite neurotrofica curata finora con la sutura delle palpebre dell’occhio malato. Ci sono voluti trent’anni di ricerca e sviluppo per individuare la proteina, testarla, e trasformarla in medicinale. Ammonta a 250 milioni il costo affrontato dall’azienda farmaceutica guidata dall’imprenditore Sergio Dompé per approntare le linee di produzione. In vendita da poche settimane in Germania, l’Oxervate è stato autorizzato dall’Agenzia del farmaco (Aifa) anche in Italia. Bisogna tornare agli anni Ottanta per ricostruire la storia della sperimentazione scientifica della Montalcini, che scoprì il fattore di crescita dei neuroni, “nerve growth factor” (Ngf). Una scoperta che valse, per la sua importanza, il premio Nobel alla scienziata torinese. La casistica rileva che, su una persona ogni 5mila si formano sulla superficie dell’occhio delle ulcere che, finora, potevano portare anche alla perdita totale della vista. Il rimedio estremo era la suturazione della palpebra, che veniva chiusa definitivamente. I costi di produzione, e quindi, di immissione del nuovo collirio sul mercato sono molto alti: per ogni paziente il ciclo di cura supera i 15mila euro. Pertanto, al momento, il collirio sarà a disposizione solo degli ospedali pubblici. La Dompé, che ha all’Aquila il cuore della ricerca, produce medicinali di grande uso comune come Oki e la vitamina Cebion.