Da Pescara all’Antartide per far volare gli aerei
La missione del sergente maggiore dell'Aeronautica Stefano Aspite: costruire al Polo Sud un'aviopista lunga 2 chilometri tra ghiaccio e venti a 200 chilometri orari. «Solo luce accecante e un silenzio tombale. Farò un’esperienza da eremita in un deserto di ghiaccio, a meno 40 gradi e con il vento che supera i 200 chilometri all’ora. È una missione dura che mette alla prova il fisico e la mente. Ma gli abruzzesi sono forti. Ce la farò». Così dice Stefano Aspite,
45 anni di Pescara, sergente maggiore capo speciale del Secondo reparto Genio campale di Ciampino 8° gruppo. È un vero esperto dell’Aeronautica militare. E lui ci tiene a sottolinearlo. Stefano si occupa da 26 anni di realizzazioni di aviopiste. Ed è l’unico abruzzese presente nella 33esima campagna antartica organizzata dall’Enea. La missione che il militare pescarese sta per cominciare è tra quelle definite estreme ed ha un obiettivo strategico importante: costruire una pista per aerei in un boulder clay che, in geologia, vuol dire deposito glaciale pleistocenico, nel Circolo polare antartico. Il campo base si trova nella stazione di ricerca intitolata all’ingegnere e scienziato italiano, presidente del Consorzio per l’Antartide, Mario Zucchelli, nella Baia Terra Nova davanti al mare di Ross.