Lucio Rosato saluta a Pescara l’arrivo dell’autunno. Appuntamento giovedì 21 settembre alle 19 con l’evento “Tra la terra e il cielo”. Data di chiusura: 7 ottobre. Orario di apertura: dal martedì al sabato dalle 18 alle 20. Ingresso libero. Nello spazio uso magazzino per altre architetture, Lúcio Rosato saluta anche l’avvio del suo ottavo anno di attività, accostando alcuni recenti appunti di quotidiana riflessione a una sua installazione provvisoriamente permanente che dà il titolo al nuovo appuntamento:
“Tra la terra e il cielo” appunto
. Nell’ambito degli eventi dedicati alle deiezioni (le deiezioni aprono ad altre possibilità e direzioni non sempre programmate, a nuovi avvistamenti, provvisorie permanenze e leste evacuazioni) Rosato invita a interrogarsi sul provvisorio presente accogliendoci con queste parole:
tra la terra e il cielo / come sospeso / dove il presente occupa il vuoto / : nella caducità del giorno / l’autentico divenire modifica / il quotidiano paesaggio . E’ un ribadire l’inevitabile e necessaria modificazione che appartiene alla vita e che ne disegna, attraverso la continua autenticità del presente, la possibilità di farsi storia; è una battaglia ideologica, allo stesso tempo filosofica e pragmatica, che Rosato conduce da anni contro l’identità: “
invenzione della mente” (così la definisce Zygmunt Bauman); contro la crescente attenzione all’identità che segna confini e genera conflitti, che giustifica ogni conservazione impedendo, in nome della tradizione e della salvaguardia dei luoghi e della memoria, ogni epifania del presente e incoraggiando, o ancor peggio obbligando, la falsificazione nel vano tentativo di impedire al pensiero autentico del presente di dialogare con l’autenticità di un presente passato “Tra la terra e il cielo”
racconta, attraverso altra architettura, di due pilastri, uno grigio fango come il colore del pavimento e l'altro bianco come il soffitto, che rispettivamente appartengono l'uno alla terra e l'altro al cielo e che inversamente tendono, senza riuscirci, a toccare il cielo e la terra, perdendo così apparentemente la loro funzione di pilastri, ma rivelando la ragione leggera dell'approssimarsi di ogni autentica ipotesi di architettura: la definizione di uno spazio vuoto dove tutto può ancora accadere; ed è questo semplicemente lo spazio del quotidiano, lo spazio della vita non a caso ad accoglierci, appena oltrepassata la soglia di usomagazzino, Rosato pone un quadrato di terra di cm 46 x 46 (l’ingombro di un uomo) e in corrispondenza, in alto, attaccato al soffitto, uno specchio delle stesse misure a costruire un orizzonte verticale nel quale noi ci poniamo per essere ancora
tra la terra e il cielo: ed è inevitabile che il nostro porci ne modifica l’assetto dileguando la forma del quadrato, lasciando che la stessa terra si disperda in un territorio più ampio generando una sempre provvisoria e dinamica nuova forma (ogni forma è espressione della sua ragione). A conclusione del breve percorso espositivo un grappolo d’uva senza foglia (nei mercati urbani non si trovano grappoli d’uva con foglia) è poggiato su uno dei tavoli bianchi disegnati dallo stesso Lúcio Rosato per usomagazzino; un grappolo d’uva appena reciso e che nel corso dell’esposizione perderà fragranza accompagnandoci giorno dopo giorno nel racconto di un “io” in continua mutazione nel paesaggio quotidiano.
Lúcio Rosato (Lanciano 1960) architetto, viaggia sui territori al limite tra la concretezza del pensiero e l’astrazione della materia realizzando altre architetture. Molti i riconoscimenti, da Europan 4 nel 1996 al premio architettura d'Abruzzo 2012. Sopravvive e prende appunti a Pescara. In occasione dell’inaugurazione un brindisi per accogliere l’autunno con il trebbiano d’Abruzzo doc 2016 della fattoria la Valentina di Spoltore, che da sempre accompagna gli appuntamenti di uso magazzino. usomagazzino dedica il suo ottavo anno di attività ai granai, nella certezza che se qualcosa di buono accade, qualcosa resta ad occupare lo spazio (anche con la sua assenza) che si predispone così all’accoglienza di nuovi felici incontri dedicati al dialogo con le architetture di Enric Massip Bosch e di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, con le fotografie di Andrea Jemolo, Massimo Pastore e Marco Introini, con le forme di Nato Frascà, Rosemarie Sansonetti, Pasquale Pilone e con tante altre invenzioni dell’arte degli
amici maschi del sud.